Zimbabwe: epidemia di colera, appelli delle organizzazioni umanitarie

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Il governo dello Zimbabwe ha riconosciuto ieri ufficialmente il collasso del sistema sanitario di fronte all'epidemia di colera che non accenna a cessare di destare allarme in tutta la regione. Lo segnala l'Unicef nel riportare che il numero di morti a causa dell'epidemia è salito a 1.174 mentre sono circa 24mila i casi accertati di contagio. "Il colera è comparso anche in 9 delle 10 province del confinante Sudafrica, paese in cui hanno trovato rifugio numerosi malati in cerca di assistenza sanitaria di qualità decente e dove vi è un costante flusso di immigrazione clandestina dallo Zimbabwe. In Sudafrica sono stati accertati nell'ultimo mese 720 casi di infezione di cui 11 con esito letale" - riporta l'Unicef.

Zimbabwe l'epidemia è stata scatenata già nel mese di agosto dalla carenza di acqua potabile e dalle pessime condizioni igieniche. Ma ad amplificarla oggi è soprattutto l'incapacità del governo di fronteggiare l'emergenza: molti ospedali stanno addirittura chiudendo i battenti. L'epidemia colpisce un paese devastato da una gravissima crisi economica (9 anni di record negativi) e sociale, da una pandemia di HIV/AIDS (il tasso di incidenza, al 16%, è uno dei più elevati al mondo), principalmente per responsabilità del presidente Robert Mugabe, al potere da ormai 21 anni, ritenuto dalla comunità internazionale come uno degli ultimi dittatori dell'Africa.

Si tratta di un "cocktail molotov mortale" - commenta la Croce Rossa internazionale. "Siamo di fronte a una nuova tragedia in questo fine d'anno: il colera in Zimbabwe combinato con la fame e l'Aids creano un vero cocktail molotov mortale" - ha spiegato il responsabile della comunicazione della Federazione internazionale della Croce Rossa e la Mezzaluna rossa, Encho Gospodinov, nel corso di una conferenza stampa. Per questo motivo, la Federazione ha lanciato un appello per raccogliere fondi per aiutare 1,5 milioni di persone. "La situazione è molto preoccupante e prevediamo che peggiori quando comincerà la stagione delle piogge" - ha aggiunto il portavoce della Croce Rossa.

"Stiamo mettendo in atto misure strategiche per fronteggiare una situazione ai limiti della disperazione" - ha sottolineato anche Roeland Monasch, responsabile dell'Unicef Zimbabwe. L'Unicef garantisce il rifornimento del 70% di tutte le scorte di farmaci di base nel Paese, e si augura che i nuovi aiuti in arrivo daranno un'ulteriore spinta all'azione. Anche Vincenzo Spadafora, presidente dell'Unicef Italia ha rivolto un appello a tutti gli italiani per aiutare i bambini dello Zimbabwe. "Il Natale è un'occasione unica per regalare ai bambini dello Zimbabwe un 2009 libero dall'emergenza colera" - ha detto Spadafora. L'organizzazione ha destinato al piano iniziale di risposta all'emergenza 17 milioni di dollari, ma stima che saranno necessari ulteriori 17 milioni di dollari per il periodo dicembre 2008-marzo 2009.

Nelle scorse settimanane anche Medici Senza Frontiere ha rivolto numerosi appelli per intensificare gli aiuti per le cure mediche. "Lo sciopero del personale del Ministero della Salute ha reso la situazione ancora più complessa" - riportava Medici Senza Frontiere. "Considerando che la stagione delle piogge non è ancora iniziata, la preoccupazione è che la situazione peggiori ulteriormente quando questa sopraggiungerà. Perciò è essenziale che venga garantito l’approvvigionamento di acqua potabile quanto prima". Medici Senza Frontiere ha già visitato oltre 11mila pazienti e ha aperto decine di centri di trattamento del colera in tutto il paese. Sono oltre 500 gli operatori internazionali e locali di MSF impegnati a identificare e curare i pazienti. [GB]

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